- 01Agosto
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L’impegno della cooperazione toscana in Palestina: conclusa la missione di monitoraggio della USL Toscana Centro e dei partner di progetto MEDU, PCRF e COSPE
Un programma denso di incontri ed attività ha caratterizzato la missione di cooperazione sanitaria internazionale in Palestina dal 20 al 26 maggio 2022, svoltasi nell’ambito di due progetti finanziati dalla Regione Toscana denominati “Assistenza e formazione per la salute delle donne e dei bambini palestinesi e rifugiati in Cisgiordania e in Israele“ e “Azione integrata a sostegno del diritto alla salute in Palestina“ promossi dalla ASL Toscana Centro e supportati dal Centro Regionale di Salute Globale della Regione Toscana. La missione è stata svolta da una delegazione composta da Stefano Fusi (Azienda USL Toscana Centro), Giulia Dagliana (PCRF- Italia), Marie Aude Tavoso e Teresa Leone (MEDU – Medici per i Diritti Umani), Caterina Rizzoni e Gianni Toma (COSPE onlus).
Come emerge dai rapporti dell’OMS e di altre Organizzazioni Internazionali, l’assenza di una soluzione pacifica del decennale conflitto con Israele e l’ occupazione militare iniziata nel 1967 incidono negativamente sulla tutela del diritto alla salute per la popolazione palestinese accentuando carenze e diseguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari adeguati, sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza
Come emerge dai rapporti dell’OMS e di altre Organizzazioni Internazionali, la situazione sanitaria rimane fortemente critica nei territori palestinesi. L’assenza di una soluzione pacifica del decennale conflitto con Israele e l’ occupazione militare iniziata nel 1967 incidono negativamente sulla tutela del diritto alla salute per la popolazione palestinese accentuando carenze e diseguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari adeguati, sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza.In particolare in quest’ultima a causa delle pesanti restrizioni commercialirestrizioni commerciali alla fornitura di attrezzature sanitarie, farmaci , strumentazioni specialistiche etc. , il sistema sanitario soffre di ogni sorta di carenza , inoltre, gli abitanti di Gaza hanno enormi difficoltà a uscire dal territorio e accedere a soluzioni di cura alternative.
I due progetti di cooperazione sanitaria internazionale si pongono come obiettivi quello di fornire servizi di cura e promozione della salute; promuovere azioni che contribuiscano alla formazione professionale del personale sanitario palestinese, favorendo altresì un processo di collaborazione e dialogo tra operatori sanitari palestinesi e israeliani; ed, infine, promuovere, attraverso azioni di comunicazione e sensibilizzazione, il tema del diritto alla salute e della questione palestinese.
Nelle prime giornate la delegazione si è concentrata sulla visita dei poliambulatori “ mobili “ , di Physician for Human Rights Israel, a Nablus, Jenin e in altre aree della Cisgiordania , attraverso i quali vengono prestate cure e dispensate medicine in zone nelle quali non è garantito il pieno godimento del diritto alla salute per le comunità palestinesi. Grazie a questo servizio viene garantita una assistenza di primo livello: le visite e le terapie sono gratuite e la loro attività viene svolta l’ultimo sabato di ogni mese dalla mattina al pomeriggio. Ciascun paziente riceve una scheda clinica che porta con se ogni volta che effettua un accesso e che permette al medico locale di proseguire con il trattamento. I farmaci e le attrezzature mediche vengono trasportate con un furgone; lo staff viene trasportato da un mini bus. Questi poliambulatori rappresentano un’esperienza consolidata, che da decenni offre assistenza primaria, specialistica e forniture di medicinali . La partecipazione della popolazione locale è sempre molto alta, a dimostrazione che la domanda di salute non viene soddisfatta o che l’accesso alle strutture sanitarie è reso estremamente difficoltoso. La presenza nelle varie aree viene programmata con i rappresentanti delle Autorità Locali e delle comunità . Mediamente il numero di pazienti che si recano nelle cliniche mobili è di 500-600 al giorno e le principali prestazioni specialistiche che vengono richieste riguardano l’ oftalmologia, la pediatria, la ginecologia e l’ortopedia oltre che la medicina generale.
A Jaffa, in Israele, è stata visitata la Open Clinic, gestita sempre da Physician for Human Rights ,nella quale viene offerta assistenza medica a rifugiati e richiedenti asilo che non hanno accesso al sistema sanitario . Anche qui in un anno vengono assistiti circa 4500circa 4500 pazienti soprattutto nelle aree dell’oftalmologia, pediatria, ginecologia, ortopedia e medicina di base. La clinica inoltre identifica e prende in carico pazienti con problemi acuti diacuti di salute che risultano essere sempre più frequenti tra i rifugiati e i richiedenti asilo a causa della mancanza di una risposta sistemica al trauma dell’immigrazione.
La missione è poi proseguita con le visite ai progettiai progetti coordinati da PCRF, partner di PCRF-Italia in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
A Ramallah PCRF ha costruito ed equipaggiato il nuovo Dipartimento di Cardiologia Pediatrica e l’Unità di Terapia Intensiva Pediatrica presso il Palestinian Medical Complex, uno dei principali ospedali pubblici della città. A breve i reparti saranno inaugurati e diventeranno completamente operativi per accogliere pazienti pediatrici da tutta la Cisgiordania e offrire cure gratuite e di alta qualità a completa gestione del Ministero della Sanità Palestinese.
Nella Striscia di Gaza, nel governatorato di Khan Yunis, sono state visitate due strutture territoriali diterritoriali di cure primarie: Al Qarara e Khaldia Alagh. Qui è stato supportato un lavoro di informatizzazione del fascicolo sanitario personale che permette una gestione centralizzata e informatizzata dei profili e delle cure mediche di tutti i pazienti del sud di Gaza, mettendo in collegamento i vari livelli dell’assistenza: medici di base, cure primarie e ospedali di riferimento. Si prevede che entro la fine del 2022 saranno informatizzati i servizi di tutto il Distretto del sud di Gaza per un totale di 14 cliniche pubbliche. Si tratta di un lavoro che da un lato permette di rendere più sicuro il percorso di cura dei pazienti garantendo un alto livello di continuità assistenziale, e dall’altro di raccogliere dati aggregati per meglio pianificare gli interventi di salute pubblica.
Sempre su equipaggiamento e ristrutturazione si è concentrato il secondo intervento di PCRF, questa volta a Gaza City dove, nell’ospedale pediatrico Rantisi è stato costruito un reparto di oncologia pediatrica anche questo donato al Ministero della Salute Palestinese.La missione è stata un’utile occasione non soltanto per verificare gli interventi realizzati ed ancora in corso ma anche per gettare le basi per proseguire le attività, consolidare quanto sino ad oggi realizzato e valutare ipotesi di nuovi futuri interventi in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.
Attività ed interventi dei quali si è parlato in due importanti momenti di confronto ed approfondimento tenutisi a Gerusalemme :Gerusalemme: il primo alla presenza del Console Generale d’Italia e il secondo con il Direttore della sede locale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ed il proprio staff che si occupa dei Programmi di cooperazione sanitaria in Palestina.