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Prima edizione del corso di formazione sulla tematica MGF.
Nelle date 7 e 9 giugno e 6 ottobre si svolgeranno nella sede del Formas, Villa la Quiete, via del Boldrone 2, Firenze le tre edizioni (dedicate a ciascuna area vasta) del corso di formazione di sette ore sulla tematica delle mutilazioni genitali femminili. La formazione, a carattere interdisciplinare, è rivolta agli operatori sanitari, infermieri, medici e ostetriche, ginecologi, assistenti sociali, psicologi che potranno così conoscere la problematica delle MGF nella complessità delle sue manifestazioni: dagli aspetti sanitari, a quelli psico-antropologici, fino agli aspetti legali.
Durante il corso verrà presentato il documento : “Raccomandazioni per la prevenzione, segnalazione, sorveglianza e negoziazione delle MGF tra le donne e le minori dei paesi a rischio”, documento elaborato nell’ambito del Programma regionale per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili attuativo dell’Accordo Stato Regioni e Province autonome del 6 dicembre 2012 (D.G.R. 937/2013) finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità” alla cui stesura hanno collaborato attivamente rappresentanti del tavolo MGF e dei servizi coinvolti, Associazione Nosotras Onlus, coordinati dal Centro di Salute Globale su mandato della Regione Toscana.
Il corso ha lo scopo di divulgare al massimo i contenuti del documento, e di declinare nella pratica le possibili complessità che gli operatori si trovano ad affrontare nel corso delle loro attività. Per questo motivo, questa formazione avanzata, è particolarmente rivolta a operatori del SSR che operino con donne immigrate provenienti da paesi a rischio.
Lucrezia Catania, libero professionista esperto in tematica di mutilazioni e Luigi Tessitore, Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, docenti del corso, accompagneranno i partecipanti nell’ approfondimento della materia attraverso la descrizione e analisi di casi clinici e role playing, lasciando spazio anche alla discussione con i partecipanti e restituzione finale dei lavori.
La mutilazione genitale femminile oltre ad essere una pratica estremamente dannosa per la salute, è un reato penale ed una violazione dei diritti fondamentali all’integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine (art.2 art.3 e art.32 della Costituzione Italiana). Le MGF sono un fenomeno vasto e complesso, che include pratiche tradizionali che vanno dall’incisione, all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni. Bambine, ragazze e donne che subiscono tale pratica devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.
Secondo l’ultimo rapporto dell’UNICEF sono almeno 200 milioni le donne e bambine, in 30 Stati di Asia e Africa, che hanno subito mutilazioni genitali femminili.
Tale rapporto, intitolato “Female Genital Mutilation/Cutting: A Global Concern” (Mutilazioni genitali femminili: un problema globale) evidenzia che tra le vittime delle mutilazioni, circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni. L’incidenza maggiore del fenomeno in questa fascia d’età si riscontra in Gambia (56% delle bambine), Mauritania (54%) e in Indonesia, dove circa metà delle bambine sotto gli 11 anni hanno subito questo tipo di pratiche. I paesi in cui è più alta la prevalenza delle MGF tra ragazze e donne adulte (dai 15 ai 49 anni) sono rispettivamente: Somalia (98%), Guinea (97%) e Gibuti (93%).
In generale, nella gran parte dei paesi in cui il fenomeno sussiste, le MGF vengono praticate di norma sulle bambine sotto i 5 anni (FONTE: Unicef).
Le sfide della migrazione e il fenomeno sul nostro territorio.
Il fenomeno dell’immigrazione ha portato ad una diffusione di queste pratiche in Europa, dove si stima che ogni anno circa 180.000 donne emigrate rischiano di essere sottoposte a MGF. Occorre pertanto lavorare affinché siano intercettate appropriatamente le situazioni a rischio.
Lavorare assieme alle comunità di migranti presenti sul nostro territorio per una concreta azione di contrasto di queste pratiche è uno degli obiettivi del progetto portato avanti in Regione Toscana, attraverso il Centro di Salute Globale, che ha visto fra le tappe fondamentali la firma, il 6 febbraio scorso, del documento, “DICHIARAZIONE CONGIUNTA PER IL CONTRASTO DELLA PRATICA DELLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI (MGF)” . La firma di tale documento resterà aperta fino al prossimo 6 febbraio, Giornata ONU di Tolleranza Zero verso le Mutilazioni Genitali Femminili.