- 25Ottobre
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Nuovi paradigmi e tendenze nella cooperazione decentrata: il contributo del modello toscano
Il Comitato di aiuto pubblico (Dac) dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato il suo rapporto sulla cooperazione decentrata allo sviluppo intitolato “Reshaping Decentralised Development Co-operation: The Key Role of Cities and Regions for the 2030 Agenda”. Lo scopo principale del lavoro di ricerca effettuato è stato quello di fare il punto sulle tendenze relative alla cooperazione decentrata allo sviluppo negli ultimi 10 anni per trarre insegnamenti e, cosa più importante, suggerire modi per guidare l’azione di donatori, governi e parti interessate in una condivisione responsabilità.
Negli ultimi decenni, in linea con l’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), le città e le regioni hanno svolto un ruolo importante nell’aiutare a implementare le agende globali a livello locale attraverso le loro attività di cooperazione allo sviluppo decentrata. Le autorità locali e regionali forniscono servizio socio-sanitari, approvvigionamenti idrici, politiche abitative, uso del territorio, pianificazione ambientale, anche più spesso delle strutture nazionali. Lo studio dell’OCSE si concentra sul modo in cui le città e le regioni possono imparare gli uni dagli altri quando realizzano le agende globali. In particolare sono quattro i casi di studio illustrano varie e innovative forme di cooperazione: la Toscana, i Paesi Baschi, città e comuni francesi e le Fiandre.
Il modello di cooperazione decentrata toscano si contraddistingue per la volontà messa in essere dalla Regione di creare un sistema regionale per la cooperazione decentrata fondato su: (i) l’agire in partenariato, quale modo di operare più appropriato ed efficace in materia di cooperazione, nei termini di interazione paritetica tra i soggetti coinvolti, progettazione condivisa ed articolata; (ii) Il lavoro di rete come modalità principale di interazione nella convinzione che le reti territoriali sono i veri motori della cooperazione. Le esperienze di reti translocali e transnazionali dimostrano ampiamente il valore aggiunto di questo strumento di cooperazione capace di infrastrutturare il dialogo e le relazioni fra i territori, ben al di là dei rapporti bilaterali.
Il rapporto è consultabile online qui