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India

Medici per 1000 abitanti (WHO ultima rilevazione):
0,70

Personale infermieristico e ostetrico per 1000 abitanti (WHO ultima rilevazione):

Risorse esterne per la sanità come % della spesa sanitaria totale (WHO 2012):
1,2

Spesa sanitaria out-of-pocket come % della spesa sanitaria totale (WHO 2012):
57,6

Spesa sanitaria pubblica come % della spesa sanitaria totale (WHO 2012):
33,1

Spesa sanitaria privata come % della spesa sanitaria totale (WHO 2012):
66,9

Spesa sanitaria totale pro capite (PPP int. $) (WHO 2012):
46,3

Spesa sanitaria totale come % del GDP (WHO 2012):
4,1

Scheda paese

Introduzione. L’india oltre ad essere il secondo paese più popoloso al mondo (con oltre 1.2 miliardi di abitanti), presenta un immenso territorio, abbondanti risorse naturali strategiche ed una forte crescita del prodotto interno lordo, tutte caratteristiche che l’accomunano ad altri paesi come Brasile, Russia, Cina e Sudafrica (da qui l’acronimo di paesi BRICS), dai quali ci si aspetta un ruolo da attori principali nel governo dell’economia mondiale. Nel periodo compreso tra il 1980 e il 2011 l’India ha incrementato del 1.6% (media annualizzata) il suo livello nel indice di sviluppo umano. Tuttavia, il paese si colloca ancora al 124° posto sui 187 stati nella classifica dell’indice di sviluppo umano, l’aspettativa di vita è ancora inaccettabilmente bassa e permangono abissali diseguaglianze socio-economiche e geografiche (sistema delle caste).

Contesto sanitario. L’india conta il 21% del Global Burden of Disease mondiale. La mortalità infantile è scesa da 83 nel 1990 a 44 per 1.000 nati vivi nel 2011 e il tasso di mortalità materna si è ridotto da 570 nel 1990 a 212 per 100.000 nati vivi nel 2009. Tuttavia, entrambi i tassi rimangono elevati rispetto agli altri paesi BRICS. Anche se ci sono stati progressi notevoli nell’affrontare le malattie trasmissibili (ad esempio le misure per lo sradicamento della polio, la diminuzione dei casi di lebbra e di tubercolosi), i cambiamenti rapidi nella società indiana e nello stile di vita hanno portato alla comparsa di malattie non trasmissibili, che sono ormai la causa di due terzi della morbosità totale e di circa il 53% della mortalità.

Il sistema sanitario attuale. La spesa sanitaria rappresenta il 4% del PIL, percentuale bassa rispetto agli altri paesi BRICS e la spesa sanitaria pubblica pro-capite Indiana figura tra le prime 5 più basse al mondo. Solo il 10% della popolazione indiana è coperta da una qualche forma di assicurazione sanitaria (pubblica o privata). Di conseguenza la forma più diffusa di finanziamento dell’assistenza sanitaria è quella del pagamento diretto delle prestazioni (out-of-pocket). Nell’accesso e l’utilizzo dei servizi sanitari si registrano dati molto scarsi e con macroscopiche disuguaglianze socioeconomiche (tra le varie caste) e geografiche, ad esempio: la copertura vaccinale (DTP3) presenta grandi differenze tra aree urbane (58%) e aree rurali (39%); la percentuale di donne che partorisce in una struttura sanitaria è molto bassa (solo il 38,7%), con le donne più ricche che hanno una probabilità 6 volte maggiore delle donne più povere di partorire in una struttura qualificata. Il sistema sanitario pubblico è inoltre caratterizzato da una scarsità di personale sanitario (11,9 operatori sanitari per 10.000 abitanti) con notevoli differenze tra gli stati (Chandigarh: 23,2; Meghalaya: 2,5 per 10.000 abitanti) e tra aree urbane e rurali. La maggior parte degli operatori sanitari lavora in strutture private o emigra in paesi più avanzati.

Prospettive future. Nel 2010 la Planning Commission of India ha istituito un “High Level Expert Group”(HLEG) per il raggiungimento della copertura sanitaria globale con il mandato di sviluppare un piano quinquennale di copertura sanitaria globale che è stato presentato al Parlamento nel mese di ottobre 2011. Tra i suoi punti più importanti ci sono: la modernizzazione del sistema sanitario e del relativo sistema di finanziamento, per estendere la copertura di un pacchetto di prestazioni sanitarie essenziali ad una più ampia percentuale della popolazione; politiche sulle risorse umane (aumento del numero di operatori sanitari e una più equa distribuzione sul territorio) e la lotta alle diseguaglianze. La variazione del profilo epidemiologico è un altro aspetto che è preso in considerazione visto l’emergere di malattie cardiovascolari e metaboliche.

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