Agenti infettivi: Echinococcus granulosus e Echinococcus multilocularis (Elminti) rispettivamente causa di echinococcosi cistica e echinococcosi alveolare
Epidemiologia, distribuzione geografica e impatto della malattia: La distribuzione dell’echinococcosi cistica si è mantenuta stabile dal 2010. Zone ad alta endemia sono principalmente localizzate nell’area orientale del Mediterraneo, in particolare la penisola balcanica, nel Nord Africa, nel Sud-Est europeo, la zona più a sud dell’America meridionale, in Asia centrale, Siberia e Cina occidentale. Nelle regioni endemiche l’incidenza può essere superiore a 30 su 100.000 persone/anno. Una prevalenza del 5-10% si registra in alcune zone endemiche del Sud America, dell’Asia centrale, della Cina e dell’africa. Il tasso di mortalità post-chirurgica è del 2,2% nei pazienti che richiedano trattamento chirurgico. L’echinococcosi alveolare è confinata nell’emisfero nord, in particolare in Cina, Asia centrale, Russia, Europa continentale e Nord America. I dati relativi a entrambe le malattie sono sottostimati. L’echinococcosi comporta un peso economico stimato di circa due miliardi di dollari in perdite negli allevamenti, nell’uomo può essere pericolosa per la vita se non diagnosticata e trattata. Il trattamento spesso comporta costosi interventi chirurgici.
Modalità di trasmissione: Echinococcus granulosus, agente eziologico dell’ echinococcosi idatidea, vive nell’intestino tenue degli ospiti definitivi, i canidi (cani, lupi, sciacalli, volpi, coyote) che si infestano cibandosi di visceri contaminati. Gli scolici (forme larvali) si fissano ai villi dell’intestino tenue e in 1-3 mesi diventano adulti. Gli ospiti definitivi eliminano nell’ambiente le uova del parassita con le feci. Le uova disperse possono resistere fino a un anno e infettano, se ingeriti con alimenti contaminati, gli ospiti intermedi (mammiferi erbivori, principalmente ovini, ma anche caprini, equini, ungulati e camelidi). I canidi successivamente si reinfestano cibandosi dei visceri degli erbivori, contenenti cisti fertili. L’uomo si comporta come ospite intermedio accidentale, ingerendo le uova. La larva metacestode (esacanta) si libera nell’intestino, entra in circolo e, per via venosa portale o per via linfatica, raggiunge il fegato, dove viene trattenuta dal filtro epatico e sviluppa una cisti idatidea epatica, oppure salta il filtro epatico e raggiunge i polmoni o, più raramente, altri organi.
Per quanto riguarda multilocularis, la forma adulta del parassita si localizza nell’intestino tenue dell’ospite definitivo, che nel ciclo silvestre è rappresentato principalmente dalla volpe e nel ciclo urbano/rurale dai cani domestici o dai gatti. Gli ospiti intermedi sono piccoli roditori che si infestano cibandosi di bacche e frutti di bosco contaminati dalle feci degli ospiti definitivi, i quali a loro volta si sono infestati cibandosi delle carni contaminate dei roditori. L’uomo diventa ospite intermedio solo accidentalmente ingerendo vegetali crudi contaminati da residui fecali di carnivori parassitati. Nelle aree geografiche nelle quali prevale il ciclo rurale (ad esempio in Cina), si hanno i più alti tassi di infestazione umana. In Europa prevale il ciclo silvestre: in queste regioni la malattia è molto rara.
Cenni clinici: L’infezione da granulosus può portare allo sviluppo di una o più cisti chiamate cisti idatidee. Il periodo di incubazione può durare anche molti anni. Le cisti idatidee sono nella maggior parte dei casi asintomatiche. La sintomatologia dipende dalla loro localizzazione: le cisti epatiche si possono manifestare con epatomegalia,senso di peso o dolore in ipocondrio destro e possono dare come complicanza sindromi ostruttive delle vie biliari. Le cisti polmonari sono più spesso sintomatiche e possono dare tosse, dispnea ed emottisi. La rottura della cisti nell’albero bronchiale è seguita dalla comparsa della tipica vomica (con emissione del contenuto della cisti all’esterno). Altre localizzazioni meno frequenti sono a livello della milza, delle ossa e del sistema nervoso centrale (tipicamente nella fase avanzata della malattia). La rottura della cisti idatidea può causare localizzazioni secondarie e reazioni allergiche fino allo shock anafilattico per la liberazione -sitemica di antigeni parassitari.
L’infezione da multilocularis porta alla formazione di una lesione che ricorda tumore multi-vescicolato localizzato al fegato con infiltrazione progressiva di vasi , vie biliari e parenchima epatico.. L’Echinococcosi alveolare è caratterizzata da un periodo di incubazione asintomatico che può arrivare a 10-15 anni. Metastasi larvali si possono formare sia in organi vicini che adiacenti (per via linfatica che ematica). La diagnosi precoce, con un staging delle lesioni parassitarie è essenziale.
Prevenzione e controllo: L’echinococcosi cistica è una malattia prevenibile in quanto coinvolge, come ospiti definitivi e intermedi, specie domestiche. Occorrono: periodici trattamenti dei cani, misure di controllo nei macelli con pratiche sicure di distruzione degli organi contaminati. La prevenzione e il controllo dell’echinococcosi alveolare è più difficile in quante il ciclo di vita del parassita coinvolge, come ospiti definitivi e intermedi, specie selvatiche.
Prospettive e sfide: La tabella di marcia nel contrasto all’echinococcosi proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede: l’elaborazione e validazione di strategie di controllo efficaci contro echinococcosi cistica attraverso l’implementazione di progetti pilota in paesi selezionati (paesi in cui la patologia è un problema rilevante di sanità pubblica) e per il 2020 avere una strategia validata da estendere ad altri paesi. Idealmente, dovrebbero essere inclusi pacchetti di interventi di controllo integrati anche con le altre principali zoonosi correlate ai cani (ad esempio la rabbia). Per quanto riguarda l’echinococcosi alveolare, sono stati ottenuti buoni risultati in Europa attraverso l’utilizzo di trattamenti antielmintici degli animali domestici che possano entrare in contatto con specie selvatiche e degli stessi animali selvatici (tramite esche).