Tripanosomiasi africana umana

Tripanosomaisi africana umana

Titolo

RISORSE UTILI

Who Info

whonews

La Tripanosomiasi africana umana o malattia del sonno è causata da un protozoo del genere Trypanosoma. La malattia è trasmessa da un vettore, il parassita entra infatti all’interno dell’organismo attraverso il morso della mosca tse-tse (Glossina spp). Il parassita si moltiplica nell’organismo e attraversa la barriera ematoencefalica per invadere il sistema nervoso centrale, senza una pronta diagnosi e trattamento la malattia è di solito fatale.

Agenti infettivi: Trypanosoma brucei gambiense e Trypanosoma brucei rhodesiense (protozoi)

Epidemiologia, distribuzione geografica e impatto della malattia: A partire dal 2009, per la prima volta in 30 anni, sono stati riportati meno di 10.000 nuovi casi/anno e nel 2013 sono stati registrati 6.314 nuovi casi. Questo trend rappresenta una diminuzione di circa il 76% rispetto all’anno 2000. Il numero di casi riportati rappresenta solo una parte della reale incidenza della malattia, che si stimata essere attorno a 20.000 casi/anno. Tutti i casi registrati avvengono in africa. L’infezione cronica causata da Trypanosoma brucei gambiense è endemica in 24 paesi (principalmente dell’Africa occidentale e centrale) e rappresenta la quasi totalità dei casi di tripanosomiasi africana umana. Solo il 2% dei casi è rappresentato da forme acute causate da Trypanosoma brucei rhodesiense (endemico in 13 paesi, principalmente in Africa sud-orientale). La Tripanosomiasi africana umana colpisce le aree rurali dell’africa sub-Sahariana dove coesiste insieme alla Tripanosomiasi animale. Le persone a rischio sono circa 70 milioni, distribuite su un’area di 1.55 milioni di chilometri quadrati.

Modalità di trasmissione: ll protozoo entra nel torrente circolatorio mediante la puntura della mosca tse-tse (Glossina spp.). Quando la mosca punge un soggetto già parassitato si infesta a sua volta , e può trasmettere la malattia ad altri soggetti.

Cenni clinici: La malattia si presenta con malessere, spossatezza e febbre irregolare.Entro 5-15 giorni nella sede anatomica dove il vettore ha punto si può sviluppare una lesione costituita da una tumefazione eritematosa. I primi sintomi includono inoltre febbre con ingrossamento deli linfonodi e della milza. Questi sintomi sono più severi e acuti nell’infezione da T.b. rhodesiense. A questa fase iniziale segue una serie di sintomi quali mal di testa, anemia,artralgie. Con l’avanzare della sintomatologia compaiono disturbi neurologici dovuti all’invasione del sistema nervoso centrale da parte del parassita, che può sfociare nel coma e nella morte.   Le forme causate da T.b. rhodesiense solitamente si presentano con una fase iniziale più spiccata e la fase con interessamento cerebrale ha un esordio più precoce, nell’arco di 3-4 settimane. . T.b. gambiense invece tende a progredire più lentamente (anche anni) ed è una forma meno severa. La diagnosi viene effettuata tramite il riscontro del parassita su sangue osservabile tramite l’allestimento di uno striscio sottile, il trattamento deve essere.

Prevenzione e controllo: Un ruolo importante per il controllo e la prevenzione della diffusione della malattia lo svolgono gli interventi ambientali per ridurre la presenza di mosca tse-tse (attraverso insetticidi) assieme alla sistematica sorveglianza delle popolazioni ad alto rischio e al trattamento delle persone infette.

Prospettive e sfide: L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità da raggiungere entro il 2020 è portare il numero di casi annui riportati sotto i 2.000. Il processo verso l’eliminazione della malattia dipenderà principalmente: dall’accesso tempestivo ad una diagnosi accurata, dalla fornitura di trattamenti più sicuri ed efficaci e dalla sorveglianza continua. La distribuzione dei farmaci per il trattamento della malattia è sotto la piena responsabilità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I progressi nel controllo della malattia avvenuti nei decenni passati hanno portato ad un importante diminuzione del carico di malattia, ma gli sforzi per il controllo e la ricerca devono continuare, in particolare nell’elaborazione di nuovi approcci diagnostici e di nuovi regimi terapeutici (più efficaci e con un miglior profilo di tollerabilità).

“Investing to overcome the global impact of neglected tropical diseases: third WHO report on neglected diseases 2015.”

Distribuzione mondiale della tripanosomiasi africana umana (T.b. gambiense), 2013

Distribuzione mondiale di tripanosmiasi africana umana (T.b. rhodesiense), 2013

News